Questa newsletter si chiama il Climatariano, storie sulla crisi climatica e sulle sue soluzioni. Perché oltre a cercare di fare buona informazione, il mio tentativo è anche quello di condividere ciò che di positivo si può e si deve fare per vincere la sfida del secolo.
Il decennio in cui siamo entrati è fondamentale e definirà il nostro futuro perché non ce ne sarà un altro a nostra disposizione. Le soluzioni che verranno adottate per contrastare la crisi climatica nei prossimi anni sono quelle definitive.
Se hai ricevuto questa newsletter perché ti è stata inoltrata, iscriviti. Quello che sta per cominciare è il quinto episodio.
Qual è il difetto di una newsletter bisettimanale? Bè, ad esempio che dopo aver pensato a un tema, dopo averlo elaborato, dopo averlo scritto e corretto succede che ti trovi a dover stravolgere tutto nel giro di poche ore, di pochi minuti. E perdonerete anche i refusi perché questo è proprio uno di quei casi.
Come si fa a parlare di soluzioni di lungo periodo alla crisi climatica, come si fa a scrivere di ambiente quando ti trovi di fronte a un’epidemia globale che ti esplode tra le mani, come una comune polmonite, nella tua nazione, nella tua regione in meno di dodici ore?
Ovviamente sto parlando del nuovo coronavirus (Covid-19) le cui conoscenze a riguardo cambiano di ora in ora, il cui tasso di mortalità è ancora ignoto e che nella giornata di venerdì 21 febbraio ha sconvolto l’agenda di ognuno di noi.
Le ultime, su LifeGate, le trovate qui grazie al lavoro indefesso di Martina Girola
Mentre sto scrivendo – nuovamente – questa newsletter (sono le 00:04 di sabato 22 febbraio) è stato annunciato il primo decesso a Monselice: si tratta di un 78enne, Adriano Trevisan, ed era di Vo’ Euganeo, in provincia di Padova. “Non c'è stato neppure il tempo per poterlo trasferire”, ha dichiarato il governatore del Veneto Luca Zaia.
Dopo due mesi dal primo contagio a Wuhan, la città della Cina dove tutto ha avuto inizio, il numero dei contagiati in Italia è pari a 17 persone, 15 in Lombardia e 2 in Veneto. Ma i numeri saranno cambiati nuovamente quando leggerete queste parole. Quindi è inutile parlare di cifre. Quello che è importante sapere è che le misure prese siano all’altezza della situazione, secondo quanto dichiarato dal ministro della Salute Roberto Speranza.
E una volta elaborato tutto ciò, forse non sembrerà nemmeno più così strano continuare a parlare e scrivere di soluzioni di lungo periodo alla crisi climatica, di idee innovative per la tutela dell’ambiente.
Non sarà strano trovare dei punti di contatto, di approfondimento. Esaminare i dati del rapporto Climate risk index curato dall’organizzazione non governativa Germanwatch e pubblicato in occasione della conferenza sul clima che si è tenuta lo scorso dicembre a Madrid che segnala più di novemila morti causati dagli eventi meteorologici estremi e dal riscaldamento globale nel 2018, con danni economici pari a 220 miliardi di euro.
Di crisi climatica continueremo a parlare. Passata l’emergenza, tornerà a essere il tema che monopolizzerà il 2020 perché rimane “la minaccia più grande per le generazioni future”.
Per ora, però, fermiamoci e uniamoci intorno alla parola “rispetto”, intesa come “sentimento che porta a riconoscere i diritti, il decoro, la dignità e la personalità stessa di qualcuno, e quindi ad astenersi da ogni manifestazione di offesa”.
Questo episodio giunge al termine. Il prossimo appuntamento è per sabato 7 marzo. Per dubbi e suggerimenti, rispondi a questa email.
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