Il 2020 apre il decennio delle soluzioni
Cosa aspettarsi da questa newsletter e dal nuovo decennio
Perché questa newsletter si chiama Climatariano? Cosa significa? È una parola che ho usato per la prima volta il 14 gennaio del 2016 in un articolo che raccontava di come il New York Times l’avesse inserita nella lista dei neologismi del 2015 legati al cibo. Per “climatarian” si intende una persona che pensa prima di mangiare, che cerca di ridurre l’impatto ambientale, le emissioni di CO2 della propria dieta. Una persona che acquista prodotti che non hanno percorso uno sproposito di chilometri prima di arrivare nel negozio sotto casa. Una persona che limita o elimina la carne, specie se da allevamenti intensivi. Che evita gli sprechi acquistando lo stretto necessario. Ma si può essere climatariani anche fuori dalla cucina. Ad esempio scegliendo mezzi di trasporto a basse emissioni, come il treno, ed evitando di volare. In Svezia, patria dell’attivista Greta Thunberg, hanno coniato un altro termine – “flygskam”, ovvero vergogna di volare, di prendere l’aereo – per descrivere la sensazione che si prova quando si prende un aereo sapendo il danno che si sta provocando al clima (e alle future generazioni).
Questa newsletter ha anche un sottotitolo: storie sulla crisi climatica e sulle sue soluzioni. Perché oltre a cercare di fare buona informazione, il mio tentativo è anche quello di condividere ciò che di positivo si può e si deve fare per vincere la sfida del secolo. Se il 2019 si chiude con cinque parole (“Our house is on fire”), il decennio che si apre con il 2020 è stato ribattezzato “il decennio per il clima”.
“Un decennio che non ci sono parole per spiegare quanto sia importante”.
Che definirà il nostro futuro perché non ce ne sarà un altro a nostra disposizione. Le soluzioni che verranno adottate per contrastare la crisi climatica nei prossimi dieci anni sono quelle definitive. Quindi per me il 2020 apre il decennio delle soluzioni (alla crisi climatica). Né più, né meno.
Per arrivare a questo punto è stata percorsa tanta strada e tante occasioni sono state perse. Alcuni lettori di oggi ricevevano una mia newsletter dedicata all’ambiente e al clima più di dieci anni fa. Era il 2007. Facevo l’università e decisi di dar vita a un blog che si chiamava Blog Internazionale per dar spazio a questioni di politica internazionale, con particolare attenzione al clima. Era l’anno del documentario “Una scomoda verità”, l’anno del Nobel per la Pace ad Al Gore e all’Ipcc, il Gruppo intergovernativo di scienziati che studiano i cambiamenti climatici, “per i loro sforzi per costruire e diffondere una maggiore conoscenza e per aver gettato le basi per l’adozione di misure necessarie per contrastare tali cambiamenti”. Che anno incredibile.
Due anni dopo, nel 2009, ero a Copenaghen per la Cop 15. Lì ho iniziato a seguire le conferenze annuali sul clima delle Nazioni Unite. Con un flash forward di altri dieci anni arriviamo a poche settimane fa, a Madrid, alla Cop 25 (su cui stendiamo un velo pietoso se parliamo di soluzioni).
Di decade in decade, siamo ancora qui. La strada da fare è tantissima, ma le persone che vogliono capire, hanno capito e deciso di impegnarsi sono sempre di più. Siamo sempre di più. E quindi perché non creare un piccolo spazio fatto di emozione e di esperienza che tragga spunto dal lavoro quotidiano? Uno spazio per dare visibilità alla mole industriale di fatti, numeri, retroscena, considerazioni che mi passano per la testa, attraversando le mani, le dita che pigiano i tasti della tastiera che danno vita a queste parole. Uno spazio critico che possa fungere da stimolo e da supporto.
Il flusso di notizie sul clima è in crescita costante così come la preoccupazione degli italiani verso la crisi climatica (vedi il grafico dell’Ispi) e, a volte, un punto di vista attento può essere la scintilla che fa scattare qualcosa che finora non c’era. Per questo ho deciso di condividere parte di questa esperienza, di questo viaggio che spero ci porterà alla soluzione migliore per tutti.
Per usare le parole di uno di quegli scienziati premiati col Nobel per la Pace, “siamo a un punto in cui ogni giorno che passa conta, ogni scelta che facciamo conta. La scienza è stata chiara, è trasparente come un cristallo. E per questo non c’è altro da fare che cercare di limitare ogni piccola forma di riscaldamento globale con ogni scelta possibile”. E io ho deciso di cominciare questo decennio, così.
Il Climatariano parte oggi, primo gennaio 2020. Dopo questa edizione speciale, la cadenza diventa bisettimanale, a cominciare da sabato 11 gennaio. Se volete condividere questo spazio, non vi resta che inoltrare questa mail e far salire a bordo qualcun altro: su questa barca c’è spazio per tutti!