La soluzione alla logica della pandemia? L’ecologia
Un'edizione speciale del Climatariano. Perché anche per sconfiggere il coronavirus, l'antidoto migliore è proteggere la natura.
Quando venerdì 21 febbraio le prime notizie sul coronavirus in Italia cominciavano ad arrivare, durante la riunione di redazione di LifeGate, ho chiesto alle colleghe di drizzare le antenne perché la settimana che stava per cominciare sarebbe stata straordinaria, nel senso etimologico del termine. Una settimana “non ordinaria, che esce dall’ordinario, dal solito, dal normale o dal comune”. Una settimana che nessuno di noi aveva mai sperimentato prima. Personalmente e professionalmente. Mai, però, mi sarei aspettato che quelle parole si sarebbero rivelate così concrete.
O meglio, l’intuito mi stava parlando chiaramente. Non è stato un caso che la newsletter che avete ricevuto sabato 22 febbraio sia stata una newsletter stravolta dall’attualità, che ha messo da parte l’essenza di questo appuntamento dedicato alle storie sulla crisi climatica e sulle sue soluzioni, pur di fissare il momento. La realtà dei fatti che hanno caratterizzato la settimana appena conclusa, però, ha superato ogni immaginazione. Anche la mia. Dal lunedì abbiamo cominciato a seguire con un live blog la cronaca dei fatti. L’attenzione non è mai calata. Al contrario, ha raggiunto un picco con l’intervista all’immunologo Attilio Speciani che ha espresso il suo parere su come limitare i rischi e come leggere i numeri dei contagi.
Il numero di contagi sta aumentando e continuerà a farlo. Essendo un virus che ha attinenze con la stagionalità, mi aspetto che la stagione primaverile possa contribuire a sconfiggerlo. L’influenza e i virus parainfluenzali non si vedono con il caldo, perché sono tutti correlati con la stagione invernale. […] La sua potenza virologica diminuirà anche di intensità quando incontrerà persone in grado di sviluppare gli anticorpi per sconfiggerlo. […] Quando questi anticorpi aumentano e si espandono a livello generale nasce quella che si chiama immunità di gregge e a quel punto difficilmente i virus progrediscono. (Attilio Speciani)
Mentre scrivo le righe di questa edizione speciale, una sorta di episodio 5.1, secondo la Protezione civile le persone risultate positive al coronavirus in Italia sono largamente più di 1.500. Quasi 90mila in 53 paesi del mondo, di cui circa 80mila solo in Cina, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità.
Contro la pandemia, ci vuole più ecologia
Nel frattempo iniziano a fare capolino diversi studi che ci fanno capire come questa epidemia sia collegata, ancora una volta, al modo in cui stiamo trattando, o meglio sfruttando, il nostro Pianeta, la sua biodiversità e gli habitat naturali.
Se da un lato è molto probabile che il virus Sars-CoV-2 abbia trovato terreno fertile nel mercato del pesce della città di Wuhan, nella Cina centrale, in cui vengono venduti animali d’allevamento e selvatici, dall’altro è proprio la loro cattura, la loro messa in cattività, unita alla distruzione dei loro habitat e dei loro sistemi naturali per mano umana ad aver portato taluni virus ad entrare in contatto con la nostra specie. “La distruzione degli ambienti naturali, oltre a minacciare la sopravvivenza di un gran numero di specie animali e vegetali, erode progressivamente la distanza tra domestico e selvatico, aumentando la probabilità che esseri umani e animali selvatici entrino in contatto. Proprio questo contatto, sempre più frequente, consente ai microbi benigni che vivono negli animali di giungere fino noi, trasformandosi in patogeni mortali”, ha scritto Lorenzo Brenna in un articolo che reputo tra i migliori sul tema fino a questo momento.
Come ben scritto da Sonia Shah su Le Monde Diplomatique la soluzione migliore alla logica della pandemia – e aggiungerei a quella dell’infodemia, neologismo che descrive un eccesso di informazioni, perlopiù errate, su un tema che genera panico oltremisura – sembra essere, ancora una volta, l’ecologia. La sostenibilità in ogni sua declinazione.
Covid-19 sbarca in America
Intanto il nuovo coronavirus ha raggiunto il continente americano e gli Stati Uniti – con la prima vittima – dove potrebbe modificare il corso della campagna verso le elezioni presidenziali del prossimo novembre. E questo martedì c’è il Super Tuesday, il giorno che potrebbe stabilire chi sarà il candidato democratico che sfiderà il presidente uscente, repubblicano, Donald Trump. Questa sarà una delle notizie che occuperà la maggior parte del tempo della redazione della prossima settimana. Qui potete trovare un po’ di informazioni sui candidati democratici e sul loro punto di vista su temi legati alla sostenibilità ambientale e sociale.
Ad eccezion fatta dell’Antartide
L’unico continente ancora immune al Covid-19 è l’Antartide. Eppure anche questo continente, lontano da tutto e da tutti, è stato protagonista indiscusso della scorsa settimana. Il 13 febbraio, infatti, in Antartide – dove in questo momento è estate – è stata registrata una temperatura superiore ai 20 gradi centigradi, 20,7 gradi per la precisione, a Seymour Island, un’isola della penisola antartica. Le conseguenze di questo record sono visibili in alcune immagini pubblicate dalla Nasa che hanno catturato l’attenzione di molti.
Cosa è successo nel resto del mondo
Per confermare che ci sono testate, come LifeGate, che non si sono dimenticate di cosa stesse succedendo nel mondo ai tempi del coronavirus (e smentire anche questo luogo comune) vorrei citare altre due notizie, due “vittorie”, che hanno caratterizzato i giorni scorsi.
La prima: se un anno fa la Grande baia australiana, l’area marina che bagna la costa meridionale dell’Australia, sembrava potesse essere aperta a esplorazioni e trivellazioni da parte della compagnia petrolifera norvegese Equinor, oggi, grazie a una mobilitazione globale guidata da Fight for the Bight, un movimento fatto di attivisti, surfisti e appassionati dell’oceano, la Equinor ha deciso di fare un passo indietro e abbandonare il piano: “Dopo una revisione olistica del nostro portfolio di esplorazioni petrolifere, siamo arrivati alla conclusione che il potenziale del progetto non è commercialmente competitivo se paragonato ad altre opportunità di esplorazioni”.
Stessa sorte sembra aver subito il progetto di espansione dell’aeroporto di Heathrow, a Londra, uno dei più grandi e affollati del mondo. La costruzione della terza pista, infatti, è risultata in netto contrasto – secondo la Corte d’appello – con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi e la lotta contro la crisi climatica: contenere l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto dei due gradi. Anche in questo caso a poter cantar vittoria sono alcuni gruppi che lottano per l’ambiente come Greenpeace, Friends of Earth, insieme al sindaco della capitale britannica Sadiq Khan.
E il Regno Unito quest’anno ospiterà i lavori della Cop 26, la conferenza sul clima delle Nazioni Unite che si tiene ogni anno.
Quello che hai appena letto è un numero speciale della newsletter il Climatariano, storie sulla crisi climatica e sulle sue soluzioni, scritta da me Tommaso Perrone. L’appuntamento classico, infatti, è ogni due settimane, il sabato. Il prossimo è per sabato 7 marzo.
Se sei un nuovo iscritto, ti ringrazio per la fiducia. Se vuoi recuperare gli “episodi” precedenti clicca qui.
Il decennio in cui siamo entrati è fondamentale e definirà il nostro futuro perché non ce ne sarà un altro a nostra disposizione. Le soluzioni che verranno adottate per contrastare la crisi climatica nei prossimi anni sono quelle definitive.
I pezzi citati in questo articolo di cui consiglio lettura sono:
Coronavirus, il parere dell’immunologo Attilio Speciani su come evitare il panico, di Martina Girola
Coronavirus Response Shows the World May Not Be Ready for Climate-Induced Pandemics, di Jennifer Zhang
Contre les pandémies, l’écologie, di Sonia Shah
Coronavirus. Non dobbiamo aver paura degli animali, ma di ciò che stiamo facendo ai loro habitat, di Lorenzo Brenna
Antartide, un’isola ha perso il 20 per cento della propria massa in soli 10 giorni, di Andrea Barolini
Le acque incontaminate dell’Australia sono salve: niente trivellazioni nella Grande baia australiana, di Camilla Soldati
La Corte d’appello boccia la terza pista dell’aeroporto di Heathrow, va contro l’Accordo di Parigi, di Rudi Bressa
Questo episodio speciale giunge al termine. Per dubbi e suggerimenti, rispondi a questa email. Per continuare a seguirmi e a seguire un po’ di storie sul clima questo è il mio account Instagram. Qui invece la pagina Facebook.
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