Un incubo e un miracolo
Ho avuto la possibilità di intervistare la virologa Ilaria Capua, abbiamo parlato di nuovo coronavirus e di salute circolare.
Questo episodio del Climatariano trova la luce la mattina del primo marzo, da questo thread su Twitter.
Avevo da poco finito di rileggere, pubblicare e condividere l’approfondimento di Lorenzo Brenna sull’origine del nuovo coronavirus e sul perché sia importante smettere di distruggere habitat naturali ed ecosistemi per salvarci.
Dopo pochi minuti un vecchio collega e amico, avendo apprezzato il contenuto, rilancia: “Lorenzo come al solito bravissimo, queste cose le ho sentite dire solo da Ilaria Capua”. E aggiunge: “Dovreste intervistarla!”.
Detto, fatto. Come sempre, anche in questo caso, la mia prima reazione a uno spunto tanto spontaneo quanto concreto è stata: “Facciamolo!”.
In una settimana surreale di smart working a Milano, raggiungere la virologa, veterinaria, professoressa dell’Università della Florida e “nota per i suoi studi sui virus influenzali e, in particolare, sull'influenza aviaria”, per citare un passaggio di Wikipedia, è stato più facile del previsto.
Il tutto grazie alla sua disponibilità e alla sua voglia di contribuire il più possibile a dare una mano alla popolazione italiana ad affrontare questo “cigno nero”.
Bisogna comportarsi in modo intelligente
“Si sta facendo il possibile. Non abbiamo numeri reali, non sappiamo se in Italia ci sono duemila, ventimila, centomila, un milione di infetti”, mi dice a conclusione della nostra conversazione sul nuovo coronavirus.
“Quello che bisogna fare è limitare il contagio rispettando le norme igieniche e di distanziamento sociale. Punto. Bisogna comportarsi in modo intelligente. Se si sta male, si sta a casa. Usiamo questo tempo in modo utile, non viviamolo come un’ossessione, come un incubo, viviamolo come un momento di riflessione. Sulla forza della globalizzazione nel bene e nel male, ad esempio”.
Questo è solo uno dei passaggi dell’intervista che potrete leggere domani su LifeGate.
Un’intervista che ha visto il suo cuore nella sostenibilità, con un affondo sul confronto, molto in voga in questi giorni, tra la mortalità del nuovo coronavirus e i morti per smog e per crisi climatica. E sulle soluzioni messe in campo.
Temi che a Capua stanno molto a cuore tanto da essere presenti nel suo libro “Salute circolare. Una rivoluzione necessaria”, edito da Egea. Perché, secondo Capua, “come si pensa all’economia come un sistema chiuso, dove le risorse devono essere reinvestite nel sistema, così vale per la salute”.
Da dove nasce questa epidemia?
“Il virus più ‘parente’ al nuovo coronavirus si trova nei pipistrelli. E questo virus prima stava bello tranquillo dentro i pipistrelli, nella giungla. All’improvviso si è ritrovato dentro un mercato di animali vivi, mercati rudimentali, sporchi di feci, urina, macellazioni”.
Un mercato ricolmo di biodiversità artificiale fatta di “pangolini, serpenti, rane”. È qui che si è creata “una situazione del tutto innaturale nel quale il pipistrello della foresta si è trovato esposto ad altri ospiti che hanno amplificato il virus, lo hanno modificato consentendogli di trovare un altro animale da infettare: l’essere umano. Perché noi per il virus siamo solo un altro animale”.
È così che è nata e si è sviluppata una delle interviste più importanti che abbia mai realizzato. Un’intervista che mi ricorderò per sempre perché è stata in grado di fermare il momento e di guardarlo da una prospettiva esterna pur essendo nell’epicentro di questo terremoto sanitario. La versione integrale la potrete leggere e ascoltare su LifeGate.
“Un miracolo”
E siccome questa newsletter nasce con l’idea di dare soluzioni alla crisi climatica e ambientale – in tutte le sue forme, incluse quelle che riguardano la salute delle specie che abitano questo pianeta – vorrei augurarvi un buon weekend con una notizia speculare e straordinaria: nella Repubblica Democratica del Congo è stato sconfitto ebola, il virus considerato il più letale al mondo. È successo per la seconda volta, dopo 19 mesi di passione. In questo anno e mezzo sono morte 2.264 persone a fronte di 3.400 contagi. Ora l’ultimo malato è guarito e da quattordici giorni non si registrano nuovi casi.
“Un miracolo” per la virologa di fama internazionale.
Anche questo episodio, il sesto del Climatariano, storie sulla crisi climatica e sulle sue soluzioni, giunge al termine. Io sono Tommaso Perrone.
Il prossimo appuntamento è per sabato 21 marzo.
Se sei un nuovo iscritto, ti ringrazio per la fiducia. Se vuoi recuperare gli episodi precedenti clicca qui.
Questo progetto nasce dall’idea che il decennio in cui siamo entrati è fondamentale e definirà il nostro futuro perché non ce ne sarà un altro a nostra disposizione. Le soluzioni che verranno adottate per contrastare la crisi climatica nei prossimi anni sono quelle definitive.
Cosa ho citato in questo episodio:
Coronavirus. Non dobbiamo aver paura degli animali, ma di ciò che stiamo facendo ai loro habitat, di Lorenzo Brenna
Ebola, è guarito anche l’ultimo malato nella Repubblica Democratica del Congo, di Daniele Bellocchio
Salute circolare. Una rivoluzione necessaria, di Ilaria Capua
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